03 gennaio 2011

Quasi 2011

Sono seduta sul pavimento della mia stanza, al buio. So che manca poco, ho visto l'orologio poco fa, ma non è che abbia molta importanza. Ascolto i piccoli rumori, in silenzio, valutando se sia il caso di esprimere qualche pensiero. Non ne ho. E forse semplicemente non c'è molto da dover dire.

Più o meno nello stesso momento sento diverse esplosioni, vicine e lontane, susseguirsi in crescendo. Il tempo è scaduto, e io sono ancora accoccolata sul parquet, conscia appena delle persone che ho lasciato senza batter ciglio, non troppo preoccupata di ciò che possano stare facendo o pensando.
Da un punto imprecisato all'altezza del mio petto, una voce incredibilmente chiara in mezzo a quella bolla di silenzio e botti lontani, poche parole. "Se non altro sto iniziando l'anno nuovo tra le braccia di una persona che mi vuole bene". Due occhi lucidi e dolororsissimi. "Tutto sta nel punto di vista".

Il cuore si incrina. Vorrei stringere quella voce, coprirla, pararla, alzare mura e fossati che la difendano, farle il vuoto intorno, riempirlo di cotone, far sì che non le arrivi nulla, che nulla la tocchi, la punga, la ferisca.
Ma non posso. Posso solo mettermi di mezzo e attutire un po' quel che ancora deve venire, ma quel cuore spezzato che ho tra le mani sanguina, e io non ho lacci emostatici né cerotti.

Se non altro, come ha detto la voce, ho la certezza di amarla, per quel che le può servire in questo momento.
Non glielo dico, non ce n'è bisogno. Ha le mie braccia strette intorno che lo gridano.


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3/1/11 16:12  

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