04 luglio 2012

Dimensioni

C'è una dimensione in cui non ho visto quella frase.
E una in cui ho pensato che forse non valesse la pena lasciare un commento.
In un'altra ho ignorato l'apostrofarmi di quello sconosciuto, invece che rispondergli a tono.
E in un'altra ancora, ho glissato sul suo invito.

In una dimensione diversa da questa, non ho avuto un brivido quando ho incrociato i suoi occhi.
Mentre da qualche altra parte, non l'ho baciato un secondo prima che saltasse sul treno in partenza.
In un altro spazio e tempo non ho sentito da subito quel combaciare perfettamente, quel senso di appartenenza.
E tremo a pensare che esiste un luogo in cui non abbiamo condiviso nulla.

Ma in questa dimensione, ora, qui dove percepisco la mia coscienza, noi siamo.
Mi perdo a pensare alla concatenazione di cose infinitesime che ci hanno portato qui.
Indietro e indietro di anni e conoscenze e scelte che mi rimprovero di aver a volte rimpianto, perché senza anche una sola di quelle avrei perso la magica combinazione che ci ha portati a esistere.
E' a questo che penso, quando mi sveglio e per prima cosa vedo i suoi occhi multicolori, quando mi tira dolcemente per un braccio ad annidarmi sul suo petto, mentre gli nascondo il viso nel collo e piagnucolo "ancora cinque minuti"...

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