Deficitaria.
Siamo andati tutti e quattro a fare un aperitivo per festeggiare una piccola cosa di famiglia.
Tornando ha guidato la Micky perché era l'unica che non aveva bevuto alcool. Come si sa poi, io non guido particolarmente volentieri.
Arrivati sotto casa non c'è parcheggio quindi dobbiamo scendere in box, e lei pur neopatentata o quasi per la prima volta scende le stretta rampa e parcheggia di fianco alla macchina (nuova!) di papà, con un margine davvero minimo. Ci mette un paio di manovre più del dovuto, scende un po' agitata, ma è stata brava davvero. La abbraccio e le dico che sono fiera di lei.
Sarebbe un bel quadretto di famiglia.
Stiamo commentando la bella prova e quando mamma le dice "Beh del resto tu non sei come tua sorella, che sulla guida è un po' deficitaria," - e qui sorrido bonariamente perché anche se non proprio gentile, è vero - "come un po' in tutto nella sua vita."
Qui mi gelo. E come si dice, mi passa davanti tutta la vita, che è un po' un'esagerazione per dire che mi vengono in mente tutti insieme una serie di episodi significativi della mia vita.
Io a 9 anni, al mare, con una appendicite acuta non diagnosticata "da almeno un anno, forse due", a detta del medico, che a poche ore dalla peritonite convinco i miei a farmi operare in quell'ospedale poco attrezzato invece di correre a Milano rischiando la peritonite nel viaggio.
Io a 13 anni, con mamma in ospedale per un'operazione, che mi occupo di mia sorella di 4 anni più piccola, le preparo da mangiare e le faccio fare i compiti.
Io un paio di anni dopo che ripeto la stessa trafila, cambia solo l'operazione di mamma.
Io a 19 anni che dormo nelle stazioni di mezza Europa e comunico a gesti con la popolazione di posti dove non si parla nemmeno l'inglese, per due settimane.
Io a 21 anni che mentre papà lavora fuori città faccio i turni con mamma per assistere mia sorella in ospedale che ha qualche malattia neurologica che i medici non riescono ad identificare.
Io a 22 anni che vengo letteralmente investita in macchina da un SUV che per un pelo non mi porta via le gambe prima di capovolgersi e prima ancora che la mia macchina fuori controllo si fermi da sola sto già chiamando i soccorsi per quegli altri.
Io a 23 anni che vivo all'estero in un paese straniero in un ambiente totalmente diverso, in un clima 20° più freddo e perennemente ghiacciato, e mi adatto adogni difficoltà che incontro.
Non è nulla di speciale in assoluto, ma dimostra che ha torto, torto marcio. Non sarò superwoman ma non sono una fallita, e soprattutto le palle le ho.
Non è la prima volta che mi offende senza ragione, inizio a urlarle contro. Lei ride e sdrammatizza. Accorre papà a vedere che succede. Gli dico "Mi ha offesa e non mi chiede nemmeno scusa." Lei ridacchia delle scuse poco convinte. La mando al diavolo e mi caccio in doccia.
E adesso mi vesto, mi trucco, ed esco, e ci provi soltanto a dire mezza parola.
Tornando ha guidato la Micky perché era l'unica che non aveva bevuto alcool. Come si sa poi, io non guido particolarmente volentieri.
Arrivati sotto casa non c'è parcheggio quindi dobbiamo scendere in box, e lei pur neopatentata o quasi per la prima volta scende le stretta rampa e parcheggia di fianco alla macchina (nuova!) di papà, con un margine davvero minimo. Ci mette un paio di manovre più del dovuto, scende un po' agitata, ma è stata brava davvero. La abbraccio e le dico che sono fiera di lei.
Sarebbe un bel quadretto di famiglia.
Stiamo commentando la bella prova e quando mamma le dice "Beh del resto tu non sei come tua sorella, che sulla guida è un po' deficitaria," - e qui sorrido bonariamente perché anche se non proprio gentile, è vero - "come un po' in tutto nella sua vita."
Qui mi gelo. E come si dice, mi passa davanti tutta la vita, che è un po' un'esagerazione per dire che mi vengono in mente tutti insieme una serie di episodi significativi della mia vita.
Io a 9 anni, al mare, con una appendicite acuta non diagnosticata "da almeno un anno, forse due", a detta del medico, che a poche ore dalla peritonite convinco i miei a farmi operare in quell'ospedale poco attrezzato invece di correre a Milano rischiando la peritonite nel viaggio.
Io a 13 anni, con mamma in ospedale per un'operazione, che mi occupo di mia sorella di 4 anni più piccola, le preparo da mangiare e le faccio fare i compiti.
Io un paio di anni dopo che ripeto la stessa trafila, cambia solo l'operazione di mamma.
Io a 19 anni che dormo nelle stazioni di mezza Europa e comunico a gesti con la popolazione di posti dove non si parla nemmeno l'inglese, per due settimane.
Io a 21 anni che mentre papà lavora fuori città faccio i turni con mamma per assistere mia sorella in ospedale che ha qualche malattia neurologica che i medici non riescono ad identificare.
Io a 22 anni che vengo letteralmente investita in macchina da un SUV che per un pelo non mi porta via le gambe prima di capovolgersi e prima ancora che la mia macchina fuori controllo si fermi da sola sto già chiamando i soccorsi per quegli altri.
Io a 23 anni che vivo all'estero in un paese straniero in un ambiente totalmente diverso, in un clima 20° più freddo e perennemente ghiacciato, e mi adatto adogni difficoltà che incontro.
Non è nulla di speciale in assoluto, ma dimostra che ha torto, torto marcio. Non sarò superwoman ma non sono una fallita, e soprattutto le palle le ho.
Non è la prima volta che mi offende senza ragione, inizio a urlarle contro. Lei ride e sdrammatizza. Accorre papà a vedere che succede. Gli dico "Mi ha offesa e non mi chiede nemmeno scusa." Lei ridacchia delle scuse poco convinte. La mando al diavolo e mi caccio in doccia.
E adesso mi vesto, mi trucco, ed esco, e ci provi soltanto a dire mezza parola.
"I figli cominciano con l'amare i propri genitori;
crescendo li giudicano e, a volte, li perdonano."
Oscar Wilde, Il Ritratto di Dorian Gray
crescendo li giudicano e, a volte, li perdonano."
Oscar Wilde, Il Ritratto di Dorian Gray
Etichette: citrica
4 Bolle di sapone:
Se ti raccontassi la mia storia sarebbe di certo troppo lunga, per cui te la faccio breve e ti dico solo che io ero caduta in un tale circolo vizioso di opinioni su di me per le quali mi volevano convincere che quello che studiavo era sbagliato, che quello che facevo era sbagliato, che quello che diceva era sbagliato.
Anche ora, pur non facendoci più caso, tutto quello che continuo a fare non sembra mai abbastanza; che sia il lavoro che faccio, che sia l'esame che do o il master che vorrò fare.
Non si può ridurre sè stessi all'opinione di qualcuno, se non alla propria, l'unica veramente importante:)
Credi sempre in te stessa, Ceci, la risposta sta sempre e solo lì.
Betty ( e chissà se ti ricordi ancora di me^^';-))
e poi, diciamoci la verità...per far la pecora nera della famiglia ci volgiono le palle, eccome!
e dopo un po' che ci hai fatto il callo diventa pure divertente (ovviamente quando sei fuori di casa e vivi almeno a 100 km da loro!!)
un bacino, ex bionda che non sei altro!!
Pensavo a mia madre giusto ieri pomeriggio.
Mi son detta che solo ora che non vivo più con lei capisco tante cose che ha dovuto fare, "subire", tante cose che mi ha detto ora acquistano un nuovo significato, tante cosa ora riesco a comprenderle finalmente mentre prima mi rifiutavo di prenderle in considerazione.
Per tante cose vedo l'amore nascosto (molto bene) che c'era e per tante altre vedo sforzi che prima ritenevo cose scontate.
Insomma, adesso che non è più sotto lo stesso tetto con me (o meglio, viceversa) la vedo con occhi che non c'entrano niente con quelli di adesso.
Beh, questo non vuol dire che a te in QUESTA occasione ti abbia detto qualcosa di sensato. Però sicuramente né tu né tantomeno io che non la conosco riusciamo a capire con che ottica ti dica una cosa del genere.
Forse finché non sarai andata per la tua strada lei non sarà libera dal ruolo da copione di madre e ti dirà delle cose che forse nemmeno pensa o pensa in questo modo, forse non riuscirai ad ascoltare nel modo giusto quello che lei sta dicendo.
O forse, se intendeva veramente quello che ha detto senza altri pensieri dietro, ha solamente sbagliato sul tuo conto. Ai genitori capita più che ad altri su di te, sono gli unici che ti conoscono da sempre e che ti amano incondizionatamente, l'errore è dietro l'angolo.
Snort.
Comunque il discorso di Serena vale per tutti *gli altri da sé*.
Tu comunque hai fatto bene a risponderle. Magari dovresti anche tenerle il muso a lungo. Sai com'è, la gente finché non si scotta non impara :-)
Soffia!
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