Nostalgie
Scendendo dall'autobus fai un cenno al conducente, che risponde. L'aria gelida ti investe le gambe, perché la gonna la metti quasi più qui che a casa, nonostante la temperatura. Il viso si arrossa leggermente mentre percorri la via un po' in salita, il passo è sicuro nonostante i tacchi e il ghiaccio, e ancora ti sorprendi a essere orgogliosa di te per questo. L'insegna recita Katse, e come spesso accade non fai in tempo a salire il gradino che da dentro ti aprono la porta. Il documento ormai non lo controllano neanche più, ti riconoscono. Via la giacca di goretex, via il cappello che finisce in una tasca, via i guanti che vanno nell'altra, via la sciarpa che si incastra in una manica. Porgi il tutto con un sorriso, in pochi secondi ottieni un cartellino con il numero. E pensare che questo è uno dei pub più alla mano. Attraversi l'atrio, sali la scala, controllando furtivamente trucco e capelli negli specchi che rivestono le pareti, mentre vieni investita dalla musica rock e dal vociare in una lingua che anche se non capisci ti è ormai familiare come la tua. Diretta al banco, porgi una banconota da pochi euro al barista e pronunci, ormai con un accento semiperfetto per tutte le volte che lo hai detto,
- Kaks omenasiideria.
- Jäitä?
- Joo, kiitos.¹
Ho provato a prenderlo anche qui in Italia, il sidro. Non ha lo stesso sapore, e non è solo un fatto di marca. Il sapore del sidro in Finlandia è fatto del vichingo alto due metri coi capelli più biondi e più lunghi dei tuoi che te lo serve con un grugno. Del fatto che non ti porti dietro la giacca perché come in tutti i posti la lasci all'entrata. Della neve che è fuori e sai che dovrai affrontarla di nuovo per tornare a casa. Della voglia di pizza che soddisferai dall'altro lato della strada, fregandotene altamente della carne trita e peperoni verdi che c'è sopra.
La Finalndia ha un sapore che non si spiega, se non ci respiri dentro. Il modo in cui la neve resta bianca anche in città, perché non c'è inquinamento. Le ragazze in strada che portano i jeans strappati a gennaio e le collant 70 denari a maggio, e qualsiasi cosa si mettano addosso, anche la più assurda (e ne ho viste di impensabili) sono bellissime. Le rastrelliere per i cappotti quando entri in università, dove li lasci al mattino e li ritrovi la sera con tutto quanto ci hai lasciato dentro. Le passeggiate sul lago ghiacciato, ché tanto lo spessore è tale che ci aprono la pista di pattinaggio, e il brivido che provi a piantarti nel mezzo e girare a 360° e vedere il nulla intorno per centinaia di metri. Il design dovunque ti giri, nei palazzi, nei negozi, sulla gente. L'essere schernita perché pur abitando in una capitale della moda, vai su con le valigie vuote e torni avendole riempite di abiti e scarpe.
E ad acuire la mia nostalgia, la mia casetta che era un po' malandata e isolata ma era mia, con le mie cose dentro, gli scoiattoli sul balcone e l'allarme antincendio che suonava quando scongelavi il cibo in forno.
E soprattutto, Francesca nella stanza accanto, soprattutto lei. Lei che si alzava prima di me, veniva in camera mia, si sdraiava accanto a me e chiedeva "posso morire?" mentre le accarezzavo i capelli. Lei che si indispettiva se iniziavo a rassettare la tavola prima che avesse finito di mangiare. Lei che mi portava a casa i dolcetti quando avevo una giornata difficile. Lei che non mi ha mai fatto pesare quando tornavo a casa la mattina presto col trucco della sera prima. Lei che si emozionava quando scoprivamo un gusto nuovo dei Jaffa sui banconi del supermercato. Lei che anche quando entrambe mestruate e acide e irritabili, è stata la compagna migliore che potessi avere.
¹Trad:
- Due sidri di mela.
- Ghiaccio?
- Sì grazie.
- Kaks omenasiideria.
- Jäitä?
- Joo, kiitos.¹
Ho provato a prenderlo anche qui in Italia, il sidro. Non ha lo stesso sapore, e non è solo un fatto di marca. Il sapore del sidro in Finlandia è fatto del vichingo alto due metri coi capelli più biondi e più lunghi dei tuoi che te lo serve con un grugno. Del fatto che non ti porti dietro la giacca perché come in tutti i posti la lasci all'entrata. Della neve che è fuori e sai che dovrai affrontarla di nuovo per tornare a casa. Della voglia di pizza che soddisferai dall'altro lato della strada, fregandotene altamente della carne trita e peperoni verdi che c'è sopra.
La Finalndia ha un sapore che non si spiega, se non ci respiri dentro. Il modo in cui la neve resta bianca anche in città, perché non c'è inquinamento. Le ragazze in strada che portano i jeans strappati a gennaio e le collant 70 denari a maggio, e qualsiasi cosa si mettano addosso, anche la più assurda (e ne ho viste di impensabili) sono bellissime. Le rastrelliere per i cappotti quando entri in università, dove li lasci al mattino e li ritrovi la sera con tutto quanto ci hai lasciato dentro. Le passeggiate sul lago ghiacciato, ché tanto lo spessore è tale che ci aprono la pista di pattinaggio, e il brivido che provi a piantarti nel mezzo e girare a 360° e vedere il nulla intorno per centinaia di metri. Il design dovunque ti giri, nei palazzi, nei negozi, sulla gente. L'essere schernita perché pur abitando in una capitale della moda, vai su con le valigie vuote e torni avendole riempite di abiti e scarpe.
E ad acuire la mia nostalgia, la mia casetta che era un po' malandata e isolata ma era mia, con le mie cose dentro, gli scoiattoli sul balcone e l'allarme antincendio che suonava quando scongelavi il cibo in forno.
E soprattutto, Francesca nella stanza accanto, soprattutto lei. Lei che si alzava prima di me, veniva in camera mia, si sdraiava accanto a me e chiedeva "posso morire?" mentre le accarezzavo i capelli. Lei che si indispettiva se iniziavo a rassettare la tavola prima che avesse finito di mangiare. Lei che mi portava a casa i dolcetti quando avevo una giornata difficile. Lei che non mi ha mai fatto pesare quando tornavo a casa la mattina presto col trucco della sera prima. Lei che si emozionava quando scoprivamo un gusto nuovo dei Jaffa sui banconi del supermercato. Lei che anche quando entrambe mestruate e acide e irritabili, è stata la compagna migliore che potessi avere.
¹Trad:
- Due sidri di mela.
- Ghiaccio?
- Sì grazie.
Etichette: microchip emozionale, suomi
5 Bolle di sapone:
Hai scritto di cose a cui penso ogni singolo giorno, e che tu sei riuscita a rendere perfettamente come solo tu sai fare ... poi vabbè, sono arrivata alla fine e mi hai uccisa, è stata una dichiarazione d'amore in piena regola! e come ti ho già detto, la Finlandia è stata un'esperienza ancora più speciale perchè l'abbiamo condivisa io e te, e forse è per questo che non riusciamo a venirne fuori. E come dimostra questo post, continuiamo a condividerne anche i ricordi.
Ennesima prova di quanto siamo fortunate :*
forse sarà banale, ma tutti coloro o buona parte che hanno affrontato l'esperiena che tu hai fatto sono tornati segnati. non darti affanno più del dovuto: non passerà mai e li ricorcerai come momenti che non potranno tornare. Li scoprirai nuovamente se farai dottorati, master o altro ancora solo se ci saranno persone con cui condividere l'esperienza. non pensarci sarà così anche dopo anni, ma arriverà un momento in cui vorai ettere radici e andare via sarà solo una scoperta per poi tornare dove il luogo che chiami casa è pieno di amore. Tutto il resto passerà.
ciao stellina sono astrid... non solo sai davvero trasmettere il sorriso quando una persone ti vede, ma saqi anche trasmettere emozioni quando una ti legge!!!! non cambiare stella! astrid
Il mio posto è un altro ma la sostanza è quella e ti condivido assai. Alé.
Perche non:)
Soffia!
<< Home