13 febbraio 2008

Kynnystie 1¹

Ci provo, a scrivere.
Sarebbe facile incolpare del mio assenteismo i miei mille impegni, le lezioni, le feste, tutte le cose che effettivamente mi saturano la giornata e la mente.
Eppure, come constato di nuovo oggi, anche quando non ho nulla da fare, non scrivo comunque. Non scrivo sul blog, non scrivo email, non scrivo cartoline (che pure ho comprato). La domanda più temuta in chat è "cosa mi racconti?", come se la gente si aspettasse meraviglie solo perché sono a 3000 km di distanza, un'ora in più e diversi gradi centigradi in meno.
La vita di qua è una vita normale. Solo in un altro posto.

Cosa vi racconto oggi?
Che mi sono svegliata a mezzogiorno perché ieri sera sono rientrata tardissimo, ho poltrito un po' a letto, ho mangiato tortellini in brodo perché è l'unica cosa rimastami a parte i salumi, ho chiaccheirato con Fra, fatto una doccia, ascoltato della musica, studiato un po', non ho fatto la spesa perché c'era la tormenta.
Non c'è nulla di speciale.
Cambia solo il paesaggio fuori dalla finestra.

Quel che c'è di diverso, a vivere qui, sono io. Ma non sono cose che si possono raccontare, si vivono. Io le sto vivendo, voi... prendetele per buone.
E' proprio l'essere una vita normale a renderla così banale per voi e così speciale per me. Io non sono una turista qui.
La commessa del super mi riconosce, così come l'autista dell'autobus.
La sera chiamo gli amici per sapere dove andremo e finiamo sempre per scegliere uno dei soliti locali.
E poi, ovviamente, devo cucinare/fare le pulizie/fare il bucato/buttare la spazzatura.
A rendere speciale questa vita è essere qui, da sola, dovermela cavare senza l'aiuto di nessuno e in una lingua che non è la mia.
E scoprire che sono perfettamente in grado di farlo.

Oltre, ovviamente, ad assimilare questo posto alla proiezione mentale più umanamente concepibile del paradiso. Perché se fossi in un posto che non amo col cavolo che mi sentirei così.
Come dicevo, per avere un "racconto" di me qui, dovreste essere appunto me, e qui.

Tutto questo per dire, non preoccupatevi se non avete notizie, se non ho racconti mirabolanti, se non mi si vede spesso. Mi sto vivendo al meglio questa piccola parentesi, e sto tagliando fuori di proposito quanto più posso della mia vecchia vita. Se vi cerco, è perché voglio farlo. Ma se non lo faccio, è perché altrettanto decisamente non voglio farlo.
Tanto tra breve sarò ricatapultata tra voi, non sentirete la mia mancanza ancora a lungo...


¹ovvero il mio indirizzo qui, se voleste cercarmi sul satellite.

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2 Bolle di sapone:

Blogger IrishNimue :

Ecco, giusto.
Switch off Italy, la ritroverai tale e quale quando scenderai dall'aereo al ritorno.
Era proprio quello che volevo leggere :)

13/2/08 21:17  
Anonymous Anonimo :

è bello sapere che ti si chiede come stai e cosa stai facendo. Vuol dire che qualcuno ti pensa. Ma ti dico una cosa: non è detto che se qualcuno non si fa sentire, non ti stia pensando e non si stia preoccupando per te. La comunicazione verbale. Lo spiegarsi. L'inequivocabilità dell'interesse altrui per noi e per quello che facciamo. Non sempre va così. A volte ci sono persone che ci hanno notato e non ci hanno mai parlato, perchè va così. Perchè si. Raccontarsi: io lo faccio compulsivamente e non va bene. Ma tu... non perdere la voglia di raccontare la normalità della tua vita. Filosofo è quello che si meraviglia sempre, costruttivamente. Ora vado a letto, perchè è tardi, ma avrei tanto da dirti. O forse no. Avrei tanto. Ho tanto e per qualcuno sono tanto. Quando cerco il modo di farmi piccolo. La tua vita non da turista è la mia normalità. Se le cose fossero andate diversamente, sarei da te. Ma sono contento di come sia andata. Va tutto bene, ora.

15/2/08 03:43  

Soffia!

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