Our time is running out...
Anche marzo è iniziato, e sta già correndo come un centometrista.
Sto tenendo d'occhio i prezzi degli aerei, cominciando a pensare cosa spedire a casa e cosa lasciare qui, sentire il cuore farsi più stretto ogni minuto che passa.
Presto questa che ormai chiamo casa non sarà più mia.
Presto questa città che ho imparato a conoscere bene sarà solo un altro spillo sulla cartina.
Presto questi visi che mi accompagnano giorno e notte da settimane saranno solo sorrisi sulle fotografie.
La tristezza sale a ondate, sempre più spesso.
Lascio che l'aria gelida di neve e ghiaccio, che il sole ancora non riesce a scaldare, entri dalla finestra e mi accarezzi le braccia. Con questo freddo ho lottato, a volte ho perso, altre ho vinto, ma soprattutto ho imparato ad amarlo, anche quando pizzica la pelle del viso, intorpidisce il mento rendendo difficile parlare, si insinua tra i vestiti cercando un varco fino alla pelle.
Sto per lasciare un posto che amo, una vita che amo, delle persone che amo, per tornare a essere quella che ero, pur consapevole che ciò non possa accadere, perché quello che era il mio mondo non è più lo stesso, dopo tre mesi lontani. E neppure io.
Tornerò cambiata. Qualche chilo in meno, capelli diversi, vestiti nuovi. Ma soprattutto tante nuove cose in testa e nel cuore.
Posso già percepire la mancanza del bosco appena fuori dalla porta, delle passeggiate sul lago ghiacciato, dei capitomboli nella neve.
Di tornare a casa alle 3 di notte e metter su la pasta con qualsiasi cosa ci sia in frigo.
Di imparare a giocare a Cribbage alle sette del mattino.
Di decidere di non alzarsi per nulla la domenica, e guardare un film dietro l'altro accoccolati sotto il plaid.
Di darsi appuntamento alle quattro e mezza del mattino per andare a vedere l'esclisse, nonostante ci sia un esame alle 10 la mattina dopo (e prendere il massimo dei voti comunque).
Di aprire gli occhi la mattina, e commuovermi ogni volta nel vedere il suo viso addormentato a pochi centimentri dal mio.
Ormai mi dimentico di fare le crocette sul calendario, come se non segnare il tempo che passa potesse fermarlo e rimandare la partenza.
Ma io sono realista, e continuo a tener d'occhio i prezzi dei voli.
Sto tenendo d'occhio i prezzi degli aerei, cominciando a pensare cosa spedire a casa e cosa lasciare qui, sentire il cuore farsi più stretto ogni minuto che passa.
Presto questa che ormai chiamo casa non sarà più mia.
Presto questa città che ho imparato a conoscere bene sarà solo un altro spillo sulla cartina.
Presto questi visi che mi accompagnano giorno e notte da settimane saranno solo sorrisi sulle fotografie.
La tristezza sale a ondate, sempre più spesso.
Lascio che l'aria gelida di neve e ghiaccio, che il sole ancora non riesce a scaldare, entri dalla finestra e mi accarezzi le braccia. Con questo freddo ho lottato, a volte ho perso, altre ho vinto, ma soprattutto ho imparato ad amarlo, anche quando pizzica la pelle del viso, intorpidisce il mento rendendo difficile parlare, si insinua tra i vestiti cercando un varco fino alla pelle.
Sto per lasciare un posto che amo, una vita che amo, delle persone che amo, per tornare a essere quella che ero, pur consapevole che ciò non possa accadere, perché quello che era il mio mondo non è più lo stesso, dopo tre mesi lontani. E neppure io.
Tornerò cambiata. Qualche chilo in meno, capelli diversi, vestiti nuovi. Ma soprattutto tante nuove cose in testa e nel cuore.
Posso già percepire la mancanza del bosco appena fuori dalla porta, delle passeggiate sul lago ghiacciato, dei capitomboli nella neve.
Di tornare a casa alle 3 di notte e metter su la pasta con qualsiasi cosa ci sia in frigo.
Di imparare a giocare a Cribbage alle sette del mattino.
Di decidere di non alzarsi per nulla la domenica, e guardare un film dietro l'altro accoccolati sotto il plaid.
Di darsi appuntamento alle quattro e mezza del mattino per andare a vedere l'esclisse, nonostante ci sia un esame alle 10 la mattina dopo (e prendere il massimo dei voti comunque).
Di aprire gli occhi la mattina, e commuovermi ogni volta nel vedere il suo viso addormentato a pochi centimentri dal mio.
Ormai mi dimentico di fare le crocette sul calendario, come se non segnare il tempo che passa potesse fermarlo e rimandare la partenza.
Ma io sono realista, e continuo a tener d'occhio i prezzi dei voli.
Etichette: microchip emozionale, suomi
3 Bolle di sapone:
Ogni commento sarebbe superfluo, ricordati però di cosa parlammo in una delle ultime conversazioni: santa Ryan Air non ci abbandona mai. Almeno non in Europa :)
Ti è piaciuta la lezione su Boston? Come sono didascalica! :P
è crudele sai?
è crudele che tu stia così male per questa partenza, è crudele esser qui ad aspettarti e sentirsi come un peso invece che come qualcosa da ritrovare, è crudele vedere un posto che proclami mio da così tanto tempo ancora una volta occupato da qualcun altro...
ma questo è quel che senti, in un certo senso è giusto così..
yes dear i know exactly what youd like to turn me too but the less said about that the better.....
you know since your going to be at my wedding one day i think you need to start dual languuaging your blog hahaha hugs
Soffia!
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