06 febbraio 2010

Rivangare

Avevo una ferita sotto un'unghia. Non ricordo come me l'ero fatta, ma probabilmente da sola. Gioco sempre con le unghie, specialmente quando sono nervosa.
Era un po' sollevata, la carne si era cicatrizza subito ma era rimasta come "rientrante", la pelle parzialmente staccata.
Se solo l'avessi lasciata stare, sarebbe guarita del tutto in pochi giorni.
Invece la pelle lì in bilico appena sotto l'unghia mi dava noia, e la strappavo. Appena ricresceva, la strappavo di nuovo. Se mi sembrava che stesse crescendo più forte e salda, prendevo un ago (una spilla da balia, la punta delle forbici, qualsiasi cosa) e la stuzzicavo illudendomi che fosse per controllare se stava guarendo, in realtà per romperne un angolino sufficiente ad afferrarla e strapparla di nuovo.
Ogni volta mi rendevo conto di farlo apposta, e ogni volta che prenevo in mano l'ago mi dicevo che non mi sarei fatta niente, e che se l'avessi fatto sarebbe stata l'ultima volta.

Ora la mia unghia sta guarendo. Un giorno ho semplicemente smesso di farlo.
Come è successo in passato, come risuccederà in futuro.

Ogni tanto abbiamo bisogno di farci del male. Sapendo di farcelo, volendo farcelo.
E non importa quale sia il metodo (riguardare foto archiviate, rivangare ricordi, continuare a leggere cose che non ci fanno bene, o come in questo caso, fisicamente, usare un ago), prima o poi tutto viene a noia, finché non si cade nella patologia.

A questo pensiero mi appiglio, sia per quel che mi riguarda, sia per quel che riguarda te.


Short on time by ancestralmoon

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