12 dicembre 2012

Mornings like this

Mornings like this, with a gorgeous dawn painting in pink snow sprinkles on the trees, and a breathtaking high mountains view from my window, make me feel so homesick for Finland.

It feels like if I wore a heavier coat and fur boots, I would find Myllyjärvi and its squirrels right out of my door.
I would walk the iced "death path" to reach the bus stop, get off at Yliopisto, and I would step into all my friends between the library and the cafeteria.
My cheeks and nose would be ruby red and cold, but I would heat them up with a cup of coffee and some pulla. Ice would melt from my boots while we discuss whether to go at Katse or Blaze that night, and we would end up meeting at Pizzeria Maria before going.
We would dance and drink beer and cider and salmiakkikossu shots, and forget time and sleepiness between laughs and hot chicken wings.

Mornings like this make me feel like we should all just jump on a plane or train or whaterver to reach a determined place and meet like "in the old good times".

I miss you all guys ♥


Lake Myllyjärvi, photo courtesy of Francesca "Tata" Marletta

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04 luglio 2012

Dimensioni

C'è una dimensione in cui non ho visto quella frase.
E una in cui ho pensato che forse non valesse la pena lasciare un commento.
In un'altra ho ignorato l'apostrofarmi di quello sconosciuto, invece che rispondergli a tono.
E in un'altra ancora, ho glissato sul suo invito.

In una dimensione diversa da questa, non ho avuto un brivido quando ho incrociato i suoi occhi.
Mentre da qualche altra parte, non l'ho baciato un secondo prima che saltasse sul treno in partenza.
In un altro spazio e tempo non ho sentito da subito quel combaciare perfettamente, quel senso di appartenenza.
E tremo a pensare che esiste un luogo in cui non abbiamo condiviso nulla.

Ma in questa dimensione, ora, qui dove percepisco la mia coscienza, noi siamo.
Mi perdo a pensare alla concatenazione di cose infinitesime che ci hanno portato qui.
Indietro e indietro di anni e conoscenze e scelte che mi rimprovero di aver a volte rimpianto, perché senza anche una sola di quelle avrei perso la magica combinazione che ci ha portati a esistere.
E' a questo che penso, quando mi sveglio e per prima cosa vedo i suoi occhi multicolori, quando mi tira dolcemente per un braccio ad annidarmi sul suo petto, mentre gli nascondo il viso nel collo e piagnucolo "ancora cinque minuti"...

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26 aprile 2012

The man I love

Mi dicono che sono selettiva. Di più, schizzinosa.
Come se fosse un male avere le idee chiare. Come se fosse un male avere un'idea precisa di cosa mi piace. Come se dovessi vergognarmi di sapere esattamente cosa voglio.

Me lo dicono riguardo alle mie frequentazioni. Per il fatto che scarto a prescindere una persona se fuma, per esempio.
Come se baciare un posacenere dovesse essere bello. Come se non dovesse importarmi che la pelle di quella persona emani un sentore acido.
O per il fatto che esco solo con persone di cultura e senso artistico.
Come se non fosse importante avere argomenti di conversazione invece che monologare con una pianta.
E tante altre piccole cose, infinitesime, piccoli particolari che mi sono accorta di apprezzare negli anni, la cui mancanza può essere trascurabile singolarmente, ma che nel complesso costruiscono la persona che voglio accanto.
Tanti pixel che più sono, più danno nitidezza a quell'immagine.

Prima di tutto voglio un uomo con cui parlare.
Con cui scambiare idee, opinioni, informazioni.
Che sappia ascoltarmi e abbia delle risposte.
Che sappia raccontarsi, e mi chieda di accettarlo.
Voglio un uomo con cui scambiare libri, e con cui guardare film sul divano, coi nostri gatti. Gatti, non cani.
Voglio un uomo che ami uscire, che sia per una birra, una cena, un cinema, un teatro, una mostra, un concerto, o anche solo una passeggiata nel parco.
Voglio un uomo che ami viaggiare, con cui puntare il dito sul mappamondo ad occhi chiusi.
Voglio un uomo che abbia un buon odore, e che mi lasci affondare il viso nel suo petto per respirarlo.
Voglio un uomo che mi piaccia, che non mi stancherei mai di guardare, cercando le piccole imperfezioni che per me non sono tali.
Voglio un uomo che mi porga il braccio quando camminiamo affiancati, e mi prenda la mano per guidarmi e farsi guidare.
Voglio un uomo che mi veda bella e sia fiero di avermi accanto, e soprattutto che me lo dica.
Voglio un uomo che mi guardi negli occhi come se non ci fosse nient'altro intorno.
Voglio un uomo che mi cerchi nel letto, di notte, che mi stringa nel sonno.
Voglio un uomo che sappia lasciarmi piangere da sola, ma sia pronto ad abbracciarmi se ne ho bisogno.
Voglio un uomo che ami i suoi spazi, e rispetti i miei.
Voglio un uomo che si fidi dei miei sentimenti tanto da lasciarmi andare, sapendo che resterò.
Voglio un uomo che non abbia paura di dirmi cosa vuole, e cosa non va bene e va cambiato.
Voglio un uomo che sappia ridere e che sappia piangere con la stessa intensità.
Voglio un uomo che sia forte e mi faccia sentire al sicuro, e che però sia capace di mostrarmi le sue debolezze e chiedermi aiuto.

Davvero, davvero voi vi accontentereste di meno?
Davvero, davvero questo è chiedere troppo?


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31 dicembre 2011

Emozioni forti

Si chiude un anno pessimo per me, che sembrava dovesse decollare verso le stelle sul finire e invece lo specchio contro cui ho sbattuto si è frantumato così dolorosamente da farmi desiderare solo chiudere e non parlarne mai più (e ovviamente come nel più meraviglioso cliché, rivoluzionare i capelli, stay tuned)

Però tra i cocci che raccolgo (che riflettono ancora angoli di cielo? nel dubbio prendo un po' di colla) sto trovando le prove tangibili di una grande verità.
Una verità poco definibile a parole in realtà, che riguarda i sentimenti, le persone, e la relazione tra di essi. E certi luoghi comuni tipo "le donne cercano gli stronzi" (e viceversa).

Recentemente sono uscita da una storia snervante che alla fine dei conti, dopo più di due anni, centinaia di euro di terapia e litri di lacrime, mi ha tolto più di quanto mi abbia dato (che è stato immenso e innegabile, quindi fate voi il conto). Ne sono uscita per finire in un'altra relazione diametralmente opposta, tranquilla, appagante, calda.
Eppure, pur con questo nuovo meraviglioso amore per le mani, ero un groviglio di astio verso il mio ex, al punto da irritarmi per ogni notizia su di lui, e non riuscire più ad ascoltare la sua musica, specialmente quella in cui c'era anche la voce di "lei", l'altra.
In parallelo, mi sentivo dire da più voci che stavo viziando troppo il mio nuovo partner, che appunto non ero abbastanza "stronza", che dovevo farmi desiderare di più, ecc. E pensavo sciocchezze, siamo legati e ci prendiamo cura l'uno dell'altra, come è normale.

Finché quel nuovo meraviglioso amore è fuggito, tanto per essere originali, con un'altra. E il dolore è stato talmente straziante che, senza nemmeno accorgermene, il mio "stronzo" era diventato lui e sul mio ex era scesa una cortina di nebbia indifferente, tanto che quando la playlist random ha riproposto uno dei "loro" pezzi, io me ne sono accorta a metà, invece che sobbalzare infastidita come al solito, e l'ho lasciata andare pensando che in fondo sì, era proprio una bella canzone.

La morale è che più che evidentemente abbiamo bisogno di emozioni forti.
Di soffrire per amore. Di infatuarci continuamente.

Quanto spesso chiamiamo amore il brivido della conquista. Quell'emozione nuova, la New Relationship Energy, che ci spara in orbita. Ci infatuiamo, e lo scambiamo per amore.
Ma l'amore non è questo, l'amore non è volubile né effimero, è anzi solido, paziente, fermo. E' quella consapevolezza che a un certo punto ti pervade lo stomaco, che ti dice che sì, quella persona ti combacia, ed è esattamente quello che cerchi. Che se dovessi fare affidamento su qualcuno, è lei che vorresti a fianco. Che è con lei che vorresti addormentarti la sera e svegliarti la mattina. Fino ad avere i capelli bianchi.
Alcuni di questi tratti coincidono con l'infatuazione, per questo è così facile farsi ingannare. Ma l'amore è composto di fatti oltre che sentimenti ed emozioni, piccoli mattoncini che silenziosamente giorno dopo giorno costruiscono in castello. Di pietra, non di sabbia.

Ma le persone non sanno prescindere dall'emozione, positiva o negativa che sia. E una nuova infatuazione avrà sempre il fascino del brivido, come un travaglio avrà sempre più appeal della tranquillità (prendete i Romantici).
E mi viene inevitabile chiedermi: se non avessi costruito un clima di stabilità intorno al mio nuovo amore, se l'avessi tenuto in sospeso, sempre sul chi vive, mai sicuro se mi avrebbe ritrovata la mattina dopo... gli sarebbe "capitata" questa nuova irrinunciabile cotta?



Look back,
turn around, turn around,
I'm right behind you

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24 ottobre 2011

Tira oggi, tira domani...

Tira oggi, tira domani, la corda si spezza.
Così dicono.
Si sfilaccia piano, e continua a reggere. Salta qualche tirante, la pressione aumenta, ma continua a reggere. Poi un giorno *TAC!*
Prima c'è, poi non c'è più. Prima sei in piedi, poi cadi.
Probabilmente c'è solo un certo numero di bugie che ti puoi raccontare, di ferite che puoi subire, di compromessi che puoi accettare. Quando finisci le cartucce, non importa quanto hai combattuto, cosa hai sacrificato, quanto hai costruito.
"Non ne vale più la pena".
Ed è tutta lì la chiave. Nella parola "pena". Ti accorgi di quanto hai sofferto, il dolore esce dalla sua guaina di assuefazione e improvvisamente ti punge dove non ricordavi di avere punti deboli. Improvvisamente di trovi a chiederti come hai fatto finora. Improvvisamente non vuoi più che punga, improvvisamente preferiresti perfino tagliare quei pezzi che gridano pur di non sentirli più.
E ti trovi a chiudere porte, tagliare ponti, cercando di fare meno danni possibili, ma è una fuga, e per quanto impegno tu ci metta risulterà sempre non meno che scomposta.
Ferisci, e ti ferisci a tua volta.
Una parte di te vuole voltarsi e vedere se è inseguita. Lo spera con tutte le sue forze. Un'altra parte, altrettanto determinata, sa che se ti volterai indietro diventerai una statua di pietra. Perché già questi anni ti hanno indurita pezzetto a pezzetto, se torni sui tuoi passi un'altra volta, potrebbe essere l'ultima. E quindi semplicemente guarda avanti, e continua a procedere, lasciando che quel filo che ancora è legato intorno al corpo stringa e tagli la carne, ma è giusto così, ormai è inevitabile così.

Non rinnego niente. Non rimpiango nulla. I sentimenti che avevo, non sono cambiati. I ricordi che ho, li conservo con gelosia e amore.
Solo che arriva un momento in cui, semplicemente, basta.

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