Si chiude un anno pessimo per me, che sembrava dovesse decollare verso le stelle sul finire e invece lo specchio contro cui ho sbattuto si è frantumato così dolorosamente da farmi desiderare solo chiudere e non parlarne mai più (e ovviamente come nel più meraviglioso cliché, rivoluzionare i capelli, stay tuned)
Però tra i cocci che raccolgo (che riflettono ancora angoli di cielo? nel dubbio prendo un po' di colla) sto trovando le prove tangibili di una grande verità.
Una verità poco definibile a parole in realtà, che riguarda i sentimenti, le persone, e la relazione tra di essi. E certi luoghi comuni tipo "le donne cercano gli stronzi" (e viceversa).
Recentemente sono uscita da una storia snervante che alla fine dei conti, dopo più di due anni, centinaia di euro di terapia e litri di lacrime, mi ha tolto più di quanto mi abbia dato (che è stato immenso e innegabile, quindi fate voi il conto). Ne sono uscita per finire in un'altra relazione diametralmente opposta, tranquilla, appagante, calda.
Eppure, pur con questo nuovo meraviglioso amore per le mani, ero un groviglio di astio verso il mio ex, al punto da irritarmi per ogni notizia su di lui, e non riuscire più ad ascoltare la sua musica, specialmente quella in cui c'era anche la voce di "lei", l'altra.
In parallelo, mi sentivo dire da più voci che stavo viziando troppo il mio nuovo partner, che appunto non ero abbastanza "stronza", che dovevo farmi desiderare di più, ecc. E pensavo sciocchezze, siamo legati e ci prendiamo cura l'uno dell'altra, come è normale.
Finché quel nuovo meraviglioso amore è fuggito, tanto per essere originali, con un'altra. E il dolore è stato talmente straziante che, senza nemmeno accorgermene, il mio "stronzo" era diventato lui e sul mio ex era scesa una cortina di nebbia indifferente, tanto che quando la playlist random ha riproposto uno dei "loro" pezzi, io me ne sono accorta a metà, invece che sobbalzare infastidita come al solito, e l'ho lasciata andare pensando che in fondo sì, era proprio una bella canzone.
La morale è che più che evidentemente abbiamo bisogno di emozioni forti.
Di soffrire per amore. Di infatuarci continuamente.
Quanto spesso chiamiamo amore il brivido della conquista. Quell'emozione nuova, la New Relationship Energy, che ci spara in orbita. Ci infatuiamo, e lo scambiamo per amore.
Ma l'amore non è questo, l'amore non è volubile né effimero, è anzi solido, paziente, fermo. E' quella consapevolezza che a un certo punto ti pervade lo stomaco, che ti dice che sì, quella persona ti combacia, ed è esattamente quello che cerchi. Che se dovessi fare affidamento su qualcuno, è lei che vorresti a fianco. Che è con lei che vorresti addormentarti la sera e svegliarti la mattina. Fino ad avere i capelli bianchi.
Alcuni di questi tratti coincidono con l'infatuazione, per questo è così facile farsi ingannare. Ma l'amore è composto di fatti oltre che sentimenti ed emozioni, piccoli mattoncini che silenziosamente giorno dopo giorno costruiscono in castello. Di pietra, non di sabbia.
Ma le persone non sanno prescindere dall'emozione, positiva o negativa che sia. E una nuova infatuazione avrà sempre il fascino del brivido, come un travaglio avrà sempre più appeal della tranquillità (prendete i Romantici).
E mi viene inevitabile chiedermi: se non avessi costruito un clima di stabilità intorno al mio nuovo amore, se l'avessi tenuto in sospeso, sempre sul chi vive, mai sicuro se mi avrebbe ritrovata la mattina dopo... gli sarebbe "capitata" questa nuova irrinunciabile cotta?
Look back,
turn around, turn around,
I'm right behind you
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