Ricominciare
Devo capire per quale ragione mi viene da scrivere solo quando sono impossibilitata a farlo.
Quando sono sotto la doccia, per strada, o quando come qualche giorno fa la pubblicazione via FTP non funzionava più e la comunità di Blogger era nel panico per una modifica poco annunciata e non ancora del tutto funzionante.
Sospetto che ci sia una componente inconscia, una forte consapevolezza del fatto che a nessuno alla fine importa di cosa sto leggendo, che film ho visto al cinema o che cosa mi sono comprata di recente, figuriamoci cosa ne penso e dio ce ne scampi cosa eventualmente provo.
In sostanza, a nessuno importa di quello che scrivo, quindi non scrivo.
Dev'essere un po' la stessa cosa che mi è successa quando ho smesso di fotografare. Più indietro nel tempo di dipingere, o ancora più in là con gli anni di fare collage.
A me per prima non piaceva ciò che facevo, quindi ho smesso di farlo vedere agli altri, e ho finito per convincermi che non avevo bisogno di farlo.
Mi è stato chiesto perché non faccio più fotografie.
Ho risposto che non mi piacciono le foto che faccio. Che l'immagine che ne risulta non è mai quello che ho visto io. Come i quadri che dipingo non sono mai come li ho immaginati.
Mi è stato dato della cretina.
Con parole molto eleganti, e discorsi circostanziati, ma in sostanza quello è.
Mi è stato chiesto perché lo facevo, come mi faceva stare, mi è stato fatto ricordare come stavo bene sporca di colla e di pittura, immersa in ritagli di carta e pagine di giornale.
Per farla breve, alla fine, qualcosa deve essere stato scosso da qualche parte del mio cervello, perché come potete constatare sto scrivendo anche se non gliene frega a nessuno.
Ho ricominciato a fare qualche foto anche se sono troppo perfezionista perché mi piacciano, e non escludo di riprendere in mano anche ritagli di carta, colla, colori e pennello, anche se so che dirò "che schifezza" ogni volta.
Fatemi indovinare, non sapevate nemmeno che a volte dipingo vero?
Mbeh, sticazzi.
Quando sono sotto la doccia, per strada, o quando come qualche giorno fa la pubblicazione via FTP non funzionava più e la comunità di Blogger era nel panico per una modifica poco annunciata e non ancora del tutto funzionante.
Sospetto che ci sia una componente inconscia, una forte consapevolezza del fatto che a nessuno alla fine importa di cosa sto leggendo, che film ho visto al cinema o che cosa mi sono comprata di recente, figuriamoci cosa ne penso e dio ce ne scampi cosa eventualmente provo.
In sostanza, a nessuno importa di quello che scrivo, quindi non scrivo.
Dev'essere un po' la stessa cosa che mi è successa quando ho smesso di fotografare. Più indietro nel tempo di dipingere, o ancora più in là con gli anni di fare collage.
A me per prima non piaceva ciò che facevo, quindi ho smesso di farlo vedere agli altri, e ho finito per convincermi che non avevo bisogno di farlo.
Mi è stato chiesto perché non faccio più fotografie.
Ho risposto che non mi piacciono le foto che faccio. Che l'immagine che ne risulta non è mai quello che ho visto io. Come i quadri che dipingo non sono mai come li ho immaginati.
Mi è stato dato della cretina.
Con parole molto eleganti, e discorsi circostanziati, ma in sostanza quello è.
Mi è stato chiesto perché lo facevo, come mi faceva stare, mi è stato fatto ricordare come stavo bene sporca di colla e di pittura, immersa in ritagli di carta e pagine di giornale.
Per farla breve, alla fine, qualcosa deve essere stato scosso da qualche parte del mio cervello, perché come potete constatare sto scrivendo anche se non gliene frega a nessuno.
Ho ricominciato a fare qualche foto anche se sono troppo perfezionista perché mi piacciano, e non escludo di riprendere in mano anche ritagli di carta, colla, colori e pennello, anche se so che dirò "che schifezza" ogni volta.
Fatemi indovinare, non sapevate nemmeno che a volte dipingo vero?
Mbeh, sticazzi.
